L’accelerazione della militarizzazione dell’Europa: dentro il piano “ReARM Europe”

L'accelerazione della militarizzazione dell'Europa: dentro il piano “ReARM Europe”

Transform!Europe

26 maggio 2025

A partire da questo mese, transform! europe ha lanciato una serie di discussioni sulla crescente militarizzazione dell'Europa, il suo impatto sull'economia e la società europee e la concettualizzazione della pace come unica visione praticabile ed equa per l'Europa.
Questa serie di webinar fa parte del gruppo di lavoro Migrazione e Strategia Globale, che è parte integrante del lavoro di transform! europe dal 2016. Il programma Strategia Globale segue gli sviluppi della politica estera dell'UE e facilita un intenso scambio con la società civile e i movimenti sociali.
Prima sessione: conversazione con Marc Botenga, membro del Parlamento europeo
La sessione inaugurale, intitolata L'accelerazione della militarizzazione dell'Europa – Il piano “ReARM Europe”, si è tenuta il 14 maggio 2025 e ha visto la partecipazione di circa 60 persone provenienti da tutta Europa.
Marc Botenga, membro del Parlamento europeo (PtB-PVDA, Belgio) e membro del Gruppo della Sinistra, ha partecipato insieme a Katerina Anastasiou (transform! europe) a una discussione approfondita sull'accelerazione della militarizzazione dell'Unione europea e del continente europeo e su come la sinistra può organizzarsi per resistere a un futuro sempre più insicuro e costruire una pace duratura. Sebbene la strategia militare dell'UE sia stata recentemente ribattezzata “Readiness 2030”, i relatori hanno deliberatamente continuato a riferirsi ad essa con il nome originale, ReARM Europe, sottolineando che il cambiamento è puramente cosmetico e non sostanziale.
Botenga, che fa parte delle commissioni Affari esteri e Sicurezza e difesa del Parlamento ed è sostituto della delegazione palestinese, ha apportato alla discussione sia la sua competenza che la sua chiarezza politica. La discussione ha spaziato dalle origini dell'agenda di riarmo alla sua logica economica, ai rischi politici e all'urgente necessità di un'alternativa orientata alla pace.
Un'agenda di massiccia militarizzazione – Punti chiave della discussione:
1. Il piano “ReARM Europe” (ribattezzato “Readiness 2030”) e la politica che lo sostiene
Marc Botenga ha esordito illustrando le motivazioni più ampie alla base della spinta alla militarizzazione dell'UE. Mentre la retorica ufficiale presenta il piano come una risposta all'invasione russa dell'Ucraina, Botenga ha sottolineato che questi sviluppi erano già in atto molto prima del 2022. Il vero motore, ha sostenuto, è il calo dell'influenza globale dell'UE: la militarizzazione è vista dalle élite come un modo per riconquistare rilevanza.
Il piano mira a mobilitare fino a 800 miliardi di euro, principalmente attraverso:
L'introduzione di deroghe alle regole di austerità per le spese militari attraverso deroghe al debito pubblico
Il dirottamento dei fondi UE, come i fondi di coesione, dallo sviluppo sociale e regionale alla produzione di armi
Queste decisioni, ha avvertito, segnano un profondo cambiamento nelle priorità dell'UE, dalla coesione sociale al nazionalismo militarizzato.
2. Decostruire i miti
L'Europa è già una potenza militare?
Botenga ha contestato le narrazioni mainstream che descrivono l'Europa come militarmente debole. Gli Stati della NATO e dell'UE spendono già tre volte più della Russia (3:1 nei bilanci militari) per la difesa e godono di capacità tecnologiche superiori.
“La militarizzazione porterà la pace?” Botenga ha dato una risposta chiara: no. Ha sollevato una domanda fondamentale: Se la spesa attuale non garantisce la sicurezza, perché dovremmo credere che spendere di più lo farà? Senza affrontare le cause politiche e sociali alla base dei conflitti, ha sostenuto, una maggiore militarizzazione innesca un dilemma di sicurezza, provocando corse agli armamenti (ad esempio, le tensioni tra Russia e NATO) e aggravando l'instabilità.
Botenga ha anche sottolineato la mancanza di chiarezza strategica: non esiste una visione di cosa significhi sicurezza, quanto sia “sufficiente” la difesa o chi siano i veri beneficiari.
3. Conseguenze economiche e sociali: austerità, speculazione e false promesse
Il webinar ha affrontato le profonde contraddizioni della politica fiscale dell'UE. Mentre i servizi sociali e i programmi per il clima rimangono sottofinanziati, vengono messe a disposizione ingenti risorse per l'espansione militare.
Punti chiave sollevati:
“Niente soldi per gli ospedali, ma miliardi per i carri armati”: Botenga ha denunciato il doppio standard dell'UE in materia di austerità, criticando la sua disponibilità a piegare le regole fiscali per la guerra mentre le mantiene per i bisogni pubblici essenziali.
Guadagni eccezionali per l'industria degli armamenti: aziende come Airbus, Thales e altre stanno per ottenere enormi profitti, nonostante quelli già elevati. Botenga ha sottolineato la mancanza di controlli sulle esportazioni, comprese le vendite di armi a Israele durante la guerra di Gaza.
False promesse di una “rinascita industriale”: il cosiddetto “keynesismo militare” non è economicamente sostenibile. La produzione militare, ha sostenuto, non crea posti di lavoro a lungo termine né valore sociale. Botenga ha avvertito che una volta costruiti i carri armati, è necessario utilizzarli, altrimenti rimangono inutilizzati per decenni. Al contrario, gli investimenti nelle industrie verdi o nella sanità pubblica hanno effetti moltiplicatori.
4. Alternative: una visione per la pace, non per le armi
Botenga e Anastasiou hanno discusso di come potrebbe essere un'alternativa progressista:
Diplomazia anziché deterrenza: sono necessari investimenti nella costruzione della pace piuttosto che nelle armi. Istituzioni come l'OSCE sono drasticamente sottofinanziate: il loro intero bilancio è inferiore al costo di un jet da combattimento.
Reindirizzare i fondi pubblici alla sanità, all'istruzione, alle infrastrutture verdi e alla resilienza climatica.
Costruire un movimento per resistere alla militarizzazione: La conversazione ha evidenziato la campagna Stop ReARM Europe e una Settimana di azione (21-29 giugno), che culminerà in un vertice anti-NATO all'Aia, come possibili risposte per contrastare questo programma.
Botenga ha anche sottolineato la necessità che la sinistra non si limiti a esprimere critiche, ma formuli anche proposte politiche concrete e orientate alla pace.
5. Sfide politiche: erosione della democrazia e ascesa dell'autoritarismo
Botenga ha avvertito che l'accelerazione della militarizzazione dell'UE è accompagnata da una pericolosa erosione della responsabilità democratica e delle libertà civili.
Deficit democratico: il Parlamento europeo è stato sistematicamente escluso dalle decisioni chiave in materia di difesa. Molte proposte di finanziamento militare – tra cui la militarizzazione di programmi di ricerca civili come Horizon Europe – sono state approvate senza un adeguato controllo, consultazione o valutazione d'impatto. Botenga ha criticato questa mancanza di trasparenza come sintomatica di un più ampio allontanamento dal controllo democratico.
Tendenze autoritarie: la militarizzazione, ha sostenuto, alimenta il nazionalismo e legittima le misure repressive dello Stato. Ciò è già visibile in Germania e Belgio, dove sono state introdotte nuove leggi anti-protesta che minacciano di limitare la libertà di riunione. Tali leggi prendono spesso di mira gli attivisti per la pace e i movimenti sociali, proprio gli attori che contestano la narrativa militarista dominante.
Cattura corporativa: allo stesso tempo, l'influenza dell'industria degli armamenti sul processo decisionale dell'UE è in crescita. Gli appaltatori privati della difesa non solo beneficiano di finanziamenti pubblici, ma ricoprono anche ruoli consultivi nella definizione delle strategie di sicurezza e difesa dell'UE, confondendo il confine tra interesse pubblico e profitto aziendale.
Botenga ha sottolineato che questa traiettoria non potrà essere invertita solo dall'interno delle istituzioni. Solo una pressione costante da parte della società civile, la mobilitazione pubblica e l'organizzazione politica possono sfidare l'attuale percorso dell'UE e spingere verso un'alternativa pacifica e democratica.
Citazioni di Marc Botenga:
«La sicurezza non si garantisce comprando più armi. Si garantisce affrontando le disuguaglianze e le crisi climatiche».
«Hanno mentito sull'austerità. Ci sono sempre soldi per la guerra, ma mai per gli ospedali».
«L'industria degli armamenti non ha bisogno di soldi pubblici: prospera grazie alla guerra».
Invito all'azione
Il messaggio del webinar è stato chiaro: la militarizzazione dell'Europa non è inevitabile. Ma per opporvisi occorreranno resistenza organizzata, chiarezza politica e solidarietà.
📢 Agisci Unisciti alla crescente resistenza contro la militarizzazione dell'UE:
Sostieni la campagna Stop ReARM Europe
Partecipa alla Settimana di azione (21-29 giugno), che include il summit anti-NATO all'Aia (21 giugno) e manifestazioni in tutta Europa
Chiedi trasparenza e il disinvestimento dalla guerra ai parlamenti nazionali
📺 Guarda la registrazione completa del webinar e condividila sui tuoi social per aiutare a diffondere il messaggio: https://youtu.be/qEYH4PUt9ps?si=Y__-ameJamHr1DD0


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